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Parlando di alcuni turisti inglesi alloggiati in una locanda indonesiana, Joseph Conrad, nel suo "Lord Jim", ne sottolineava la scarsa attitudine a quell'avventura che sempre è un viaggio, e definiva i loro "cervelli chiusi come i bauli che avevano lasciato nelle stanze al piano di sopra". Sono ancora molti a viaggiare così, chiusi alle infinite possibilità che la rotta intrapresa propone, limitandosi a godere ciò che è conforme all'idea di partenza, senza permettere alla propria mente, ma anche all'anima di "farsi paracadute", e librarsi sopra quei mondi sconosciuti e immergersi in tutto ciò che possono offrire. È quest'ultima la visione adottata da Bruno Fontana nella trascrizione dei suoi itinerari, e che descrive ne "I viaggi della memoria", facendone delle perle del cuore, della cultura, dell'anima, e rendendoli nuovi anche a chi c'è già stato.